lunedì 24 dicembre 2012

giovedì 13 dicembre 2012

carissima Santa Lucia,
dopo anni sono di nuovo qui a scriverti una letterina come quando ero bambina, ma questa volta sono da sola a scriverti, mentre le letterine di quando ero piccola te le abbiamo sempre scritte a quattro mani, io e mia sorella Deborah.
Aspettavamo con grande ansia questa sera... e che eccitazione sentire la campanellina suonare da dietro le finestre chiuse ..
Preparavamo il piatto con qualche biscotto e un bicchiere di latte per te, un pezzo di polenta fredda per il tuo asinello e un bicchiere di vin brulè per il tuo gastaldo fedele... forse anche tu avresti gradito un bel bicchiere di vino caldo!
E poi si correva a letto ridendo per ogni sciocchezza, urlando per ogni minimo rumore che credevamo di sentire, rimboccandoci le coperte fin sul naso convinte che non saremmo mai riuscite a dormire.
Facevamo uno dei nostri abituali giochi della sera, spesso quello delle associazioni di parole... oppure ci raccontavamo delle storie che inventavamo li al momento, alternandoci nel racconto per aggiungere sempre qualche variante nuova.
E poi il sonno finiva per prendere il sopravvento.
Il giorno dopo la scuola era chiusa perchè tu non solo ci portavi i doni , ma eri anche la santa patrona del nostro paese e quindi era per noi un giorno di vera spensieratezza. O almeno così lo ricordo.
Passavano poi molto in fretta i giorni e si arrivava al Natale e poi l'anno nuovo ...e noi ci rattristavamo un pò perchè sapevamo che sarebbe arrivata la befana.
Per tradizione da noi eri tu a portare i doni , quindi non aspettavamo babbo Natale , ma la befana si... sapevamo che sarebbe arrivata. Ma non a portare altri doni come ai bambini di mezza italia... ma a portare via quelli che avevi portato tu. Dopo qualche anno ci siamo rese conto che le nostre bambole sparivano per poi riapparire alla santa Lucia successiva... 
 Quante cose sono cambiate...
Intanto Deborah è così lontana ... e vorrei averla qui vicino o almeno saperla più serena. Ma credo di aver imparato che per noi adulti la serenità è solo una magia che dura pochi istanti , prima di venire nuovamente sommersi da qualche altro pensiero.
 Non ho mai capito chi fosse il buontempone che si passava la serata a girare per le vie del paese a suonare la campanellina a tutte le porte dove c'erano bambini ... ma se suonasse ora alla mia porta troverebbe una fetta di pandoro e della cioccolata calda.
Il vin brulè lo prepariamo ancora, ma questa volta non è solo mio padre a berlo di nascosto una volta che noi si veniva mandate a letto, ma lo bevo anche io, è caldo... prrofumato... rassicurante. E aiuta a digerire. 
Delle bambole non mi importa più nulla, ora ne ho una vera che dorme nella stanza a fianco che mi riempie le giornate e il cuore... ma vorrei tanto tornare a rimboccarmi le coperte fino al naso e vorrei sentire la voce di mia sorella che mi chiede un'altra volta : 'Erica... mi racconti una storia?'
Ora le favole le leggiamo sui libri per addormentare le nostre bambine ... la mia è ancora troppo piccola per aspettare i tuoi doni ( ma fra un paio di anni avremo il nostro bel daffare !!! ), e mia sorella vive in un'altra città e le sue bambine aspettano Babbo Natale.
Sono ormai sette anni che non riusciamo a passare il Natale tutti assieme, e per quanto le altre mie due sorelle siano qui.... a radunarsi è sempre una famiglia tronca.
Come anni  fa aspettiamo ancora il giorno della Befana... ma non più con timore, bensì con sollievo... perchè tutte le feste si porta via, e con le feste anche la malinconia.
Per concludere cara Santa Lucia... ti scrivo esattamente come scrivevamo da bambine...
Crediamo di essere state brave, ma sappiamo che devi pensare a tanti bambini, ti chiediamo solo  dei dolcetti, e per sorpresa un gioco... quello che puoi.

Erica